mercoledì 22 marzo 2017

L'ultima carezza di mia madre

- Marco, ma cosa sono questi termini? Sei impazzito? - Mia madre cercò di essere severa, mi chiamava Marco quando era arrabbiata con me.
- Impazzito? Scommetto che lo dicevi anche a papà, vero? Ecco perché è andato via, ha preferito morire tra le braccia di una giovane straniera, piuttosto che stare con una vecchia bigotta timorata di Dio, perché è questo che sei, lo sai, mamma? Mammina? -
Mia madre lo guardò terrorizzata e cominciarono a tremargli tanto le mani quanto le gambe.
- Perché mi dici queste cose, lo sai che mi fanno male, non è giusto io... io non... - Mia madre non riuscì a concludere la frase, come se la voce iniziasse a mancarle. Lui le indirizzò un sorriso beffardo e compiaciuto, mia madre lo guardò negli occhi ed il suo sguardo mutò, assumendo un’aria preoccupata ed agitata.
- Dimmi mamma, cosa, mi vuoi dire? -
- Io non ti riconosco. - Disse, ed il silenzio invase la stanza mentre i loro sguardi s’incontrarono. Mia madre fu colta da una forte agitazione, come se fosse riuscita a leggere nelle profondità dei suoi occhi la sua intrinseca, malvagia natura.
- Tu non sei mio figlio. - Disse, - tu sei quel demonio che ho sognato la notte scorsa. – Balbettò con un filo di voce mentre sentiva la bocca prosciugarsi. Lui si alzò dalla sedia su cui stava seduto, e si avvicinò a lei, lo sguardo gli divenne cupo, profondo ed inquietante.
- E chi sono io, mamma? - Chiese beffardo con una voce bassa e distorta.
- Mia madre scivolò dalla sedia e cadde in ginocchio sul pavimento, la sua mano si toccò il petto all’altezza del cuore, ed il suo viso divenne pallido come la luna. Lui si chinò su di lei.
- Adesso mi vedi vero? Adesso che stai lasciando questo mondo mi vedi, vero mammina? -
Mia madre si accasciò, rantolando.
- Tu... sei... un demonio! Dov’è mio figlio? Aiutami signore, aiutami. - Disse con un filo di voce, mentre col braccio tentò di allungarsi per raggiungere il crocifisso appeso alla parete. L’essere si alzò in piedi, e staccò il crocifisso dalla parete.
- Cercavi questo? - Disse porgendoglielo con scherno. Mia madre tentò di afferrarlo, ma lui lo ritrasse prontamente.
- Il tuo Dio non ti aiuterà. - E fu in quel preciso momento che vidi mia madre guardare verso di me, stava per morire, e prima di andarsene riuscì a vedermi. I suoi occhi cercavano aiuto ma allo stesso tempo volevano proteggermi, come sempre faceva sin da quando ero piccolo. Io non potevo fare nulla, solo osservarla mentre se ne andava. Lui si accorse di tutto e si voltò sorridendo col suo ghigno diabolico. Infine, si avvicinò al viso di mia madre.

- Non ti preoccupare, tuo figlio ti raggiungerà presto all’inferno. - Disse accompagnando la frase con un ghigno. Mia madre ebbe un sussulto, ed il suo cuore cessò di battere. In quell’istante, nel momento esatto in cui morì, avvertì la sua presenza che mi attraversò come una carezza. Fu il suo ultimo saluto.

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